Nuovo DPCM: cosa prevede?

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Oggi il premier Conte illustrerà il nuovo DPCM in vigore già dal 3 novembre a causa della curva di contagi divenuta troppo elevata. Negli scorsi giorni si è parlato di chiusura delle regioni, di lockdown e di chiusura delle scuole, ma sembra che non sarà esattamente così. O meglio, non arriveremo, per il momento, a un lockdown nazionale, ma dobbiamo fare di tutto per prevenirlo.

Il Presidente Conte, dopo il suo intervento in senato, ha confermato che le misure che ha annunciato durante il suo discorso varranno già da oggi, 3 novembre. Dopo aver sentito le sue idee, quello che tutti si stanno ponendo nelle ultime ore è «potrò uscire da casa?», la risposta è «dipende». Illustriamo e analizziamo per bene quello che troveremo nel DPCM che è previsto entro oggi.

Le misure previste dal nuovo DPCM

In maniera generale, ci sarà un coprifuoco serale a livello nazionale, ma il premier ha affermato che sarà in tarda serata (ancora non si sa l’ora precisa), la didattica a distanza per le scuole superiori sarà al 100%, i centri commerciali saranno chiusi nel weekend come avveniva durante la quarantena. Ma, la novità più grande, è che il Paese sarà suddiviso in tre aree in base ai contagi che posseggono regionalmente (quindi non zone rosse, ma regioni rosse).

I parametri per la chiusura regionale

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Fonte: governo.it

Al momento a rischio lockdown totale ci sono diverse regioni, tra cui la Lombardia e il Piemonte ma anche la Puglia e la Calabria. Il lockdown dovrebbe durare per tre o più settimane. Ma come mai la Calabria è una regione a rischio se  ha meno di un quarto dei contagi della Lombardia? Perché, come spiega il Corriere della Sera, per determinare la chiusura si guarderanno diversi fattori.

Giuseppe Conte ha spiegato alla Camera i tre livelli in cui sarà diviso il nostro Paese. Un livello è nazionale, due sono locali, e sono determinati da parametri elaborati nel documento “Prevenzione e risposta al Covid-19” redatto dall’Istituto Superiore di Sanità e dal ministero della Salute.

  1. Il livello locale più basso è per le regioni con un indice Rt tra 1,25 a 1,5: avranno le restrizioni nazionali ma non quelle locali;
  2. Il livello locale più alto (sono le regioni dello scenario 4) è quello con l’indice Rt superiore a 1,5, dove, al momento, troviamo Lombardia e Piemonte, seguiti da Calabria, Puglia e Liguria (sono allo scenario 3, ma sono sotto osservazione).
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Fonte: freepik

La Repubblica ha redatto un grafico dove suddivide l’Italia in 3 zone. Nella zona rossa le misure restrittive saranno didattica a distanza dalla seconda media, chiusura delle attività economiche non essenziali e spostamenti solo con autocertificazione. Nella zona arancione i locali saranno chiusi, ma saranno aperti parrucchieri e centri estetici. La didattica a distanza sarà per le superiori e ci sarà il coprifuoco alle 21. La zona verde sarà sottoposta solo alle restrizioni nazionali, che elencheremo adesso.

In ogni caso, per entrare nello scenario quattro e divenire una zona rossa, non si guarderà solo l’indice Rt, ma anche l’«incidenza dei casi e gravità cliniche elevate», con «pressione sostenuta per i dipartimenti di prevenzione e i servizi assistenziale». L’entrata nella zona rossa sarà stabilita da 21 criteri, come ha spiegato il Premier Conte, che definiranno un «coefficiente a rischio». Tra questi criteri ci sono ovviamente «il numero di persone positive, il tempo medio tra sintomi e diagnosi, il numero di nuovi focolai e l’occupazione dei posti letto in base alla disponibilità.»

Le misure previste a livello nazionale

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Fonte: freepik

Il Presidente del consiglio si è anche espresso sulle restrizioni nazionali che saranno in vigore da oggi. Una di queste è la circolazione, che sarà limitata in tarda serata, mentre per le scuole secondarie di secondo grado si parla di didattica a distanza al 100%. Verranno chiusi anche musei e mostre.

Per quanto riguarda il vero problema che causa assembramenti, ovvero i mezzi pubblici, questo nuovo DPCM prevede «la riduzione al 50% del limite di capienza». I centri commerciali, invece, saranno chiusi nei giorni festivi e nel weekend, tranne i negozi alimentari, parafarmacie, farmacie ed edicole all’interno dei centri commerciali.

«In linea con la chiusura delle sale bingo e delle sale scommesse introdotta con il Dpcm dello scorso 24 ottobre, chiudiamo anche i corner per le scommesse e giochi ovunque siano».

Un DPCM molto più severo ma che speriamo possa ridurre al minimo i contagi, facendoci passare un sereno e tranquillo Natale in compagnia dei nostri affetti. In ogni caso, oggi attendiamo il premier Conte che illustri in diretta nazionale il nuovo decreto.

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