#DroghiereIsOverParty: la pagina di meme attaccata su Twitter

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Il Droghiere è una delle pagine più popolari (e anziane) su Twitter, esiste infatti da quando ancora si utilizzava il termine troia come insulto. Tuttavia, certi meme e certe battute, andavano di moda nel 2015 quando ancora si era troppo giovani per comprendere il significato delle parole, ma nel 2020, gli utenti di Twitter hanno detto “basta” e hanno cominciato a far sentire la propria opinione.

Twitter non è nuovo per iniziare (e finire) delle battaglie contro razzismo, misoginia e sessismo, è infatti proprio su questo social che è partito l’hashtag #BlackLivesMatter, con l’intento di informare su quello che stava accadendo negli Usa dopo l’omicidio di George Floyd.

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In questo periodo, a essere smascherato, è il Droghiere, che è accusato di essere un omofobo, razzista e misogino, e quindi gli hashtag e i thread in cui si postano i suoi tweet scandalosi sono fioccati come funghi. Alcuni sono più vecchi, altri sono recenti. In molti fanno presente che nel 2015, purtroppo, il clima non era quello di adesso e chiamare una ragazza troia era all’ordine del giorno, tuttavia, invece che scusarsi e ammettere di aver fatto degli errori in passato (come è stato fatto dalla tiktoker Rosalba), lui continua sulla stessa onda.

Da “troia” a “checca“, se la prende principalmente con le donne e con gli omosessuali, ma neanche le persone nere sono risparmiate, neanche i vip come Ghali. Ma adesso vediamo alcuni dei suoi tweet più discussi, per capire meglio perché il droghiere is over.

Il Droghiere: gli insulti contro le donne

 

Solo tre dei tanti post in cui se la prende con le donne e in cui fa slut shaming, ma si potrebbe continuare ancora e ancora.

Nel primo tweet, sul social si fa notare la pochezza di un ragazzino che considera le donne solo come carne da acquistare, come se una donna non fosse una persona, come se fosse un essere inferiore creato apposta per soddisfare l’uomo. Flash news: chiunque è liberissimo di postare qualsiasi foto di se stesso sui social, a prescindere dal genere e dall’orientamento sessuale. Ovviamente rispettando il regolamento dei social.

Nel secondo invece il Droghiere fa notare quanto lui non creda nel cambiamento di una persona, d’altronde fa gli stessi meme dal 2015 quindi non ci si sorprende più di tanto. Anche qui insiste con il concetto di “troia” come un insulto per discriminare la donna.

Nell’ultimo tweet postato, che è anche il più recente, fa un elenco dove scrive una serie di “persone frustate in Italia”, casualmente tutti gli aggettivi sono al femminile. In quest’elenco leggiamo insulti come “maleducate”, “lesbiche” (come se fosse una scelta?) e “rispondono solo con insulti”. Gli è stato risposto dalle persone che gli vanno contro, che ci sono ben altre persone frustrate, come, ad esempio, gli omofobi, i razzisti o i maschilisti.

In più altri hanno fatto notare la sua incoerenza, poiché, nonostante avesse detto che “non si condividono i messaggi privati” e “se le cose si chiedono con gentilezza si ottengono”, si è categoricamente rifiutato di cancellare un post su Instagram rubato da una ragazza su Twitter, solo per avere likes, come se i likes e le condivisioni fossero più importanti della privacy di una ragazza.

Il Droghiere: gli insulti contro gli omosessuali

Parlando di rispetto ed educazione, come non citare questo recentissimo tweet in cui dice esplicitamente a un utente di stare zitto e dove esprime un’opinione assolutamente omofoba (ma lui non è omofobo, sia chiaro)? Gli utenti fanno notare che dice di portare rispetto, ma in fin dei conti quelli a sentirsi rispettati dai suoi tweet si possono contare sulle dita della mano.

È paragonato al tipico “Non sono omofobo, ma…” oppure al “Non sono contro i gay ma lo facciano a casa loro”. Insomma, un tweet che priva altre persona della libertà di essere chi vogliono e soprattutto chi si sentono di essere (che sia un uomo virile o che sia una checca). Perché, se un ragazzo vuole fare la checca, è liberissimo di essere checca quanto vuole, anche se a te non piace. C’è chi disprezza gli omofobi, e chi disprezza le checche. Punti di vista.

Il Droghiere: gli insulti razzisti

Infine, la pagina inizialmente tanto amata ma che poi è scaduta a forse troppi utenti sulla piattaforma di Twitter, se l’è presa anche contro le persone nere, quasi a mettere una ciliegina sulla torta.

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C’è addirittura chi ha detto di “prenderlo come un complimento”, ma le uniche cose che si notano dal tweet del Droghiere sono:

  1. che non considera Ghali come un italiano quando il ragazzo è nato a Milano ed è quindi italiano a tutti gli effetti;
  2. “persino nella musica italiana ci perdiamo”, come se fosse davvero importante che il “maggior giovane talento del rap italiano” non abbia la pelle bianca.

A rispondergli è stato proprio il rapper italiano, appellandolo come “ignorante”.

 

Che sia un modo per far parlare di sé o che sia proprio questa la sua mentalità, non si sa, come non si sa la sua età poiché passa dall’avere 16, 17 a “sentirsi vecchio” perché i 2002 compiono 18 anni, ma quello di cui su Twitter si è certi, è che le sue “battute” non fanno ridere ormai da anni.

Detto ciò, concludiamo con l’ennesimo post in cui fa slut shaming:

 

Voi cosa ne pensate del Droghiere?

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