Giorgia Meloni lo ha rifatto: l’omofobia è sbagliata solo quando non deve votare contro la legge per sconfiggere l’omotransfobia

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Oops, she did it again! No, non parliamo di Britney Spears ma di Giorgia Meloni che, ancora una volta, ricorda al mondo quanto l’omofobia sia sbagliata, quanto faccia schifo, manda abbracci ai ragazzi vittime e tante altre barzellette, perché, nel momento in cui si trova a dover dare il proprio voto e la propria approvazione a una legge che potrebbe effettivamente fare qualcosa per le vittime di omofobia, lei sceglie di scendere in piazza a manifestarci contro, perché lede la libertà di opinione.

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Fonte: twitter

Ora, tralasciando il fatto che l’omofobia come qualsiasi tipo di odio non possano essere considerati un’opinione, quello che ci chiediamo è: perché Giorgia Meloni solidarizza con la comunità LGBT solo quanto uno di loro diviene una vittima? O meglio, lo sappiamo il perché. I consensi, i voti, i sondaggi, cercare di essere dalla parte di chi subisce il torto ma poi pugnalarli alle spalle alla prima occasione. La vera domanda, forse, è: perché le persone continuano a cascarci?

Ne abbiamo già parlato quando Giorgia Meloni aveva incitato lo Stato a far qualcosa per rendere giustizia alla povera Maria Paola, uccisa dal fratello solo perché aveva una relazione con un ragazzo transgender, ma a quanto pare ne continueremo a parlare finché il DDL Zan non diverrà una legge vera e propria e i ragazzi, le ragazze e i no-binary che vivono nel costante incubo della discriminazione saranno finalmente al sicuro.

Ha urlato contro la limitazione alla libertà, quest’estate, la signora Giorgia Meloni, la stessa che, non appena un ragazzo che fa notizia (perché i crimini omofobici sono tanti, anche se non se ne sente parlare ogni giorni) diviene una vittima d’omofobia, non ci pensa due volte a esprimere il proprio sostegno, forse perché vuole comunque aggraziarsi la comunità LGBT, o magari è davvero dispiaciuta, per carità, solo che dovrebbe esserlo anche nel momento in cui sono i suoi elettori a essere gli omofobi sul web.

Giorgia Meloni: il post contro l’omofobia

«Che schifo. Avrebbe scoperto l’omosessualità del figlio e reclutato un delinquente per spezzargli le dita e impedirgli di diventare chirurgo. Un abbraccio e solidarietà al ragazzo, con l’augurio di realizzare il suo progetto di vita. Sarà la migliore risposta ad un padre indegno», ha scritto Giorgia Meloni su Twitter e forse non ha neanche letto per bene i vari articoli, poiché il medico aveva già fatto coming out con il padre che quindi non lo ha picchiato perché lo ha scoperto.

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Fonte: twitter

Parole che, dopotutto, sono corrette. Il medico ha ottenuto la sua vendetta (perché è già un chirurgo affermato, ha già realizzato il suo progetto di vita), la notizia fa accapponare la pelle e le azioni del padre sono viscide, su questo dovremmo essere tutti d’accordo. Tuttavia, la persona che ha detto queste parole è la stessa che affermava che «gli omosessuali in Italia non sono discriminati» e manifestava in piazza per far sì che tutti i suoi elettori e qualsiasi suo sostenitore potessero continuare a essere degli omofobi su internet e per le strade (tutto insieme al collega Matteo Salvini, ovviamente).

Poi, insomma, dobbiamo ricordare genitore 1 genitore 2? L’hit che fortunatamente ha cessato di esistere estratta da un discorso omofobico pronunciato da Giorgia Meloni in persona? Discorso che voleva togliere alle persone che amano persone dello stesso genere dei diritti che, invece, ad altri sono concessi per natura? Come si può minimamente dimenticare di tutto quello che ha fatto contro la comunità LGBT solo perché ha fatto due post in sostegno di due persone discriminate?

Ma, senza andare troppo indietro con il tempo, basti solo pensare al fatto che grazie al suo partito e a quello del capitano la proposta di legge Zan per lottare contro l’omotransfobia ci ha messo mesi (mesi!) per essere approvata alla Camera, solo perché, secondo loro, essere omofobi è un’opinione (non hanno usato esattamente queste parole, ma se ritieni che una legge che lotta contro delle discriminazioni possa ledere alla libertà di opinione, è praticamente lo stesso).

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Fonte: twitter

Per usare invece le esatte parole di Giorgia Meloni, ha detto: «La proposta Zan è pericolosa e liberticida». Insomma, come è pericoloso pagare un uomo per spezzare le dita al proprio figlio per far sì che non possa più lavorare. Solo che di questo ci lamentiamo solo quando diviene un problema reale, è troppo semplice far qualcosa per prevenire. In più, per quell’occasione, Fratelli d’Italia avrebbe fatto sapere che

«si sta già battendo nella Commissione Giustizia della Camera contro un testo che, per il suo furore ideologico, apre la strada a derive liberticide, impedendo la libertà di espressione e di opinione e diventando una ‘legge bavaglio’. Inoltre, non serve l’introduzione di nuove fattispecie di reato. La legislazione vigente garantisce il diritto a non essere discriminati e il nostro ordinamento giuridico punisce, giustamente, le condotte discriminatorie basate sull’orientamento sessuale». (Fonte: tpi)

Ci ricorda un po’ la Polonia che decide di uscire dalla convenzione contro la violenza sulla donne perché c’è già la Costituzione polacca che protegge le donne (come quando sono costrette ad abortire clandestinamente perché il governo cerca in ogni modo di rendere l’aborto illegale). Allo stesso modo, secondo il partito di Giorgia Meloni, non serve una legge che protegga le persone dall’omotransfobia (perché, lo ripetiamo, gli omosessuali non sono discriminati in Italia), ma ogni tot settimane esce la notizia di un omosessuale picchiato o ucciso, e loro esprimono solidarietà.

Forse, considerando la propria ideologia e le proprie azioni, a volte bisognerebbe anche decidere di essere coerenti con se stessi, anche a costo di perdere dei voti. Più che altro, perché con i social network su cui tutto è eterno, è difficile dimenticare le parole che una persona, che sia Giorgia Meloni, Matteo Salvini o Giuseppe Conte, dice. E se scende in piazza a manifestare contro una legge che proteggerebbe gli omosessuali, è l’ultima persona a poter essere solidale con le vittime di omofobia.

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