Noi, i perdigiorno dei tempi moderni

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Quante volte sul web ci è capitato di essere denominati perdigiorno? Magari perché postiamo qualche storia su Instagram per informare la gente di quel che succede nel mondo, visto che ormai sul TG si ascoltano più notizie di calcio o di gossip, invece che quelle di una bambina uccisa, stuprata e bruciata, o ci mettiamo a ballare davanti un telefono per essere qualcuno con Tiktok, per cercare in qualche modo di realizzare i nostri sogni in una società che ci dice un grande, grosso, sonoro “no” a qualsiasi idea riusciamo a partorire.

Se la risposta a questa domanda è tante volte, allora sei nel posto giusto, perché questo articolo è dedicato proprio a te, mio caro perdigiorno dei tempi moderni. A te che ti sei dovuto creare un lavoro online per non essere un perdigiorno ma non sei riuscito a scappare da quest’appellativo a causa di una generazione, ma anche di tuoi coetanei, che non accetta il cambiamento del mondo, di come la società si sia evoluta insieme ai tempi.

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Fonte: pexels

Sei più ignorante, perdigiorno, tu che sei riuscito a racimolare qualche soldo guadagnando su internet, a crearti un lavoro, oppure loro che sono sempre lì a giudicare ogni tua minima azione con l’aria di superiorità che non possono proprio permettersi? Immagina un adolescente incapace di usare dei programmi sul pc, che non ha nessuna dimestichezza con il mondo, sia online che terreno, che lo circonda. È meglio stare a passo con i tempi, o continuare a lodare un passato che non tornerà mai?

No, non sto insinuando che osservare e studiare il passato, le guerre, i totalitarismi, tutte le rivoluzioni che ci sono state e che ci hanno accompagnato, passo dopo passo, a questa modernità, sia sbagliato. Dal passato si può imparare a non commettere gli stessi errori, ma se un individuo qualsiasi finisce con il vivere in quei tempi senza rendersi conto o, peggio, criticando costantemente, il cambiamento, compie un errore egli stesso. Dobbiamo vivere e lottare per il presente, per avere un futuro migliore. E quale modo migliore se non quello di essere qualcuno?

Gli influencer, i perdigiorno più odiati

Non voglio parlare delle persone che diventano influencer andando in programmi come Uomini e donne, da Non è la D’Urso e tutti quei programmi con uno scarso livello intellettuale, né di quelle che lo fanno pronunciando una frase irrispettosa come Non ce n’è coviddi, ma voglio lodare quelle persone che costruiscono tutto solo con il proprio impegno, con la propria costanza e la propria voglia di fare.

Sì, ho proprio detto impegno, costanza e voglia di fare. Caro boomer, caro adolescente ignorante (e ignorante è da intendere con il reale significato del termine, quello di ignorare completamente una situazione), se solo immaginassi l’impegno dietro al pubblicare una storia, un post, ogni giorno.

«Ma vai in campagna!» starai pensando adesso, facendoti una risata. Sei cosciente di chi sia Chiara Ferragni, o Fedez? «Sono dei perdigiorno come te!». Sì, hai ragione. Chiara Ferragni e Fedez sono i perdigiorno più famosi dei tempi moderni, quelle persone che non hanno paura di dire cosa pensano sul fascismo dei tempi moderni (per restare in tema di modernità), e che potrebbero benissimo comprarsi te e tutta la tua famiglia con il loro essere dei perdigiorno.

Tuttavia, i Ferragnez sono i vip che più si prendono di mira, ma vogliamo parlare dei microinfluencer? Quelle persone che hanno dai 10k ai 100k followers e che ti fanno tanto arrabbiare perché sono riusciti, con la propria voce, la propria passione, il proprio talento, il proprio impegno (sì, ho detto di nuovo impegno!) a racimolare qualche follower.

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Fonte: pexels

Non vedere, boomer, i followers solo come numeri, perché dietro quei numeri ci sono altrettante persone che pensano «wow, questa persona ha un talento!», «wow, ha proprio ragione!» e decidono di seguire quell’utente che tu tanto discrimini perché… perché? Invidia? Gelosia perché tu sei seguito dai soliti 4 gatti con cui hai passato la vita? E, sia chiaro, non penso che il valore di una persona sia direttamente proporzionale ai followers che ha su un social, forse questo è quello che pensi tu, giudicando perdigiorno chi ha più di 10k followers. Penso che ci siano tante influencer che lanciano un messaggio sbagliato e che dovrebbero essere cancellate da qualsiasi social, quindi non facciamo di tutta l’erba un fascio.

Semplicemente, voglio farti comprendere che, nel 2020, per chi vuole lavorare nel mondo dei media, del giornalismo, della recitazione, avere un seguito è molto importante. Che ti devo dire, adolescente con 70 followers che si crede superiore a chiunque solo perché diverso (lo sei davvero?), i tempi sono cambiati! Comincia a correre per raggiungerli, non è troppo tardi per essere al passo. Forse dovresti solo smetterla di lamentarti con persone che se ne fregano completamente di te e di criticare chi ci è riuscito e cercare di cambiare realmente la tua situazione, non credi?

Noi, i perdigiorno del 2020

Siamo la generazione che si è creata un lavoro, dopo aver visto finire i nostri genitori in cassa integrazione a causa della crisi. Siamo i perdigiorno che si sono iscritti all’università solo perché oggi, tutto quello che vogliamo, possiamo ottenerlo solo con la laurea e solo andando all’estero, perché l’Italia non ci sembra più il posto per noi. Siamo quegli adolescenti troppo cresciuti che vogliono migliorare il mondo in cui camminiamo, dal cambiamento globale al neofascismo.

Siamo quella generazione che deve studiare tre libri da 300 pagine per un esame da 6 CFU, per poi laurearsi e… e far cosa? Andare a lavorare al Mc. Ma magari! Almeno avremmo un lavoro decente. E invece siamo costretti ad accettare qualsiasi cosa perché si cercano delle persone che hanno voglia di lavorare, per 6 giorni su 7, 16 ore al giorno, pagati €300 al mese. Che perdigiorno che siamo, a non accettare di essere degli schiavi.

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Fonte: pexels

Siamo la generazione che ha tutto, tranne un futuro. Siamo la generazione che tu chiami perdigiorno perché cerchiamo di mostrarci spensierati agli occhi dei nostri genitori e di chi ci circonda ma ogni giorno lottiamo contro l’insicurezza dei prossimi anni, contro l’ansia costante perché nessuno può aiutarci se non noi stessi (ma nessuno prova comunque ad aiutarci!), perché non siamo mai abbastanza e mai saremo abbastanza, ai vostri occhi.

Troppo social, troppo polemici, troppo politically correct, troppo di sinistra, troppo antifascista, troppo felice, troppo triste, troppo manga, troppo rivoluzionari, troppo poco studiosi, troppo studiosi, troppo perdigiornovai a lavorare che sei un adulto! Chiedici cosa abbiamo fatto, chiedici perché siamo così, chiedici come ogni giorno lottiamo, chiedici perché lo facciamo. Facci delle domande invece di insinuare chi siamo e come siamo, senza conoscerci neanche un minimo.

Siamo dei perdigiorno perché tu hai fallito come persona, e parlo a livello morale. Perché noi possiamo anche essere dei perdigiorno ai tuoi occhi, ma almeno non ci mettiamo a giudicare chiunque senza sapere neanche un minimo della sua vita, di quello contro cui ha lottato, dei sacrifici di ogni giorno. Che dire, caro boomer e caro adolescente, è meglio essere un perdigiorno ma almeno provarci continuamente, piuttosto che essere un fallito che ci ha provato, non ci è riuscito, si è arreso e continua imperterrito a criticare chi ancora lotta.

Siamo i perdigiorno dei tempi moderni, ma almeno riusciremo a cambiare il mondo che voi contribuite a rovinare.

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