L’ultimo bacio rubato alla stazione: avere una relazione a distanza con il Covid

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Quando hai una relazione a distanza sei abituata a dare un lungo bacio alla stazione. Guardi il tuo compagno, lo abbracci forte, ma in cuor tuo sei tranquilla. Sai che vi rivedrete presto, la settimana dopo, due settimane dopo, un mese dopo. Qualsiasi cosa, sai che a breve lui sarà di nuovo a casa, fra le tue braccia. Ma, con il Covid-19, non hai questa certezza. Rubi quel bacio fra mascherine abbassate sperando che nessuno vi veda e lo osservi salire sul treno, con il cuore in gola.

Trattieni le lacrime negli occhi perché vuoi essere forte, perché non vuoi lasciare vincere, ancora una volta, la paura di poter stare lontani per troppo tempo. Mentre gli altri continuano la loro vita con le persone che amano, mentre le storie dei tuoi following su Instagram sono piene di persone che si incontrano, tu sei lì, in casa, a sperare nel miracolo di Natale, a sperare che si ricordino di voi, i congiunti di serie B, quelli che hanno scelto una relazione a distanza nonostante tutto e tutti.

Lo guardi salire sul treno e senti il respiro mancare e tante domande balenarti nella testa. Quando ci rivedremo? Quando potrò riabbracciarti? Quando potrò baciarti di nuovo? Quando saremo trattati come una coppia normale? Quando saremo visti come una coppia? Tutte domande senza risposta, perché dopo 101 giorni senza poter stare insieme nel primo lockdown, mentre persino gli amici si vedevano nella propria regione, hai cominciato a perdere le speranze in qualsiasi istituzione.

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Fonte: @murderskitty su instagram

C’è chi sta peggionon sta andando in guerra, è solo una relazione a distanza, ti ripeti, un po’ per non essere troppo melodrammatica, un po’ perché hai paura del giudizio delle persone, che non cessa mai, e mai. «Ma tanto siete abituati a non vedervi», «è solo un fidanzatino, che sarà mai non vederlo per 3 mesi?», «non essere egoista, c’è chi ha perso dei parenti», e altre 97 perifrasi non richieste e che dimostrano solo che, in fin dei conti, non è proprio vero che la quarantena ci ha migliorati, come si diceva a marzo. La quarantena ci ha reso solo più frustati e cattivi, e anche analfabeti, con tutto il rispetto.

Mentre sono sul letto a scrivere queste parole ricordando l’ultimo bacio rubato alla stazione, l’ultimo sguardo prima di vederlo salire sul treno, l’ultima volta che ho visto il suo sorriso con i miei occhi, voglio aiutare tutti a comprendere cosa significhi avere una relazione a distanza ai tempi del Covid-19, perché evidentemente sfugge il punto fondamentale della questione. Ai cosiddetti congiunti di serie B, non importa se siamo in zona rossa e nessuno si può vedere.

Ma nel momento in cui si comincia a dire che a Natale riapriranno i negozi, le persone si assembreranno (vedi: estate 2020, limitazioni inutili e non rispettate neanche dai politici), tutti cercheranno di tornare alla normalità almeno per queste festività. Il governo cercherà di far partire, com’è giusto che sia, l’economia. Ma le regioni? Le regioni saranno chiuse, perché, si sa, il problema è fuori dalle regioni non al loro interno. In fin dei conti, si potrebbe risolvere solo con una autocertificazione, come è stato fatto, ai tempi, all’interno delle regioni. Ma questa è tutta un’altra storia.

Avere una relazione a distanza ai tempi del Covid-19

Sedetevi per qualche minuto, smettetela di pensare ai problemi della vostra vita ed entrate, per questi minuti, nella testa di una persona che ha una relazione a distanza ai tempi del Covid-19, conosceteci e cercate di comprenderci, senza giudicare noi, le nostre scelte, i nostri pensieri, senza di cercare del marcio in qualsiasi cosa diciamo. Non cercate di smontare qualsiasi cosa scriviamo, qualsiasi nostro pensiero che non sia in linea con il vostro concetto di amore o di relazione.

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Fonte: freepik

Parliamo dei luoghi comuni, vi va? I congiunti di serie B potranno concordare con me, quante volte, in questi mesi, ci hanno detto «tanto siete abituati a non vedervi»? Persino chi ha una relazione fuori comune e, al momento, non può vedersi con i propri cari ci sminuisce. Ci dicono «eh ma per noi è più difficile, noi ci vedevamo ogni giorno, voi siete abituati a stare distanti» (quando è diventata una gara?) e noi siamo lì lì per urlare volgarità che neanche sapevamo di conoscere contro la loro saccenteria.

Partiamo dal presupposto che non per forza relazione a distanza significa vedersi una volta al mese per un weekend. C’è chi, purtroppo, ha questa sfortuna, ma ci sono anche coppie che si vedono ogni weekend, o anche ogni due settimane stando insieme per più tempo. Ogni relazione a distanza è diversa, smettiamola di credere a tutto ciò che vediamo nei film in cui queste coppie sono solo quelle che si vedono per le festività. La globalizzazione ci ha permesso di arrivare ovunque quando vogliamo.

In più, c’è anche da dire che a essere sminuiti da questo decreto, da questa divisione in zone, sono anche le persone che abitano al confine, magari a 10 minuti di distanza e, come voi congiunti fuori comune con l’empatia pari a zero, sono abituati a vedere il proprio partner ogni giorno. Qual è la differenza fra voi e loro? Fra voi e noi? Cosa vi rende superiori a noi che abbiamo una relazione stabile proprio come voi? Non è solo amore? Non è solo il bisogno di passare del tempo con gli affetti stabili?

Andiamo avanti: «è solo un fidanzatino, che sarà mai non vedervi per tre mesi?». Ancora una volta, non è stato c’entrato il punto del discorso. Non crediate che nei congiunti fuori regione ci siano solo i fidanzatini o le coppie, ma ci sono anche vere e proprie famiglie e non parlo solo di marito e moglie che, per questione di lavoro, non vivono sotto lo stesso tetto, ma anche madri, figli, sorelle e fratelli. «Ma chi ha la residenza può spostarsi», wow Karen, grazie, hai risolto il problema. Forse, però, non tutti hanno ancora la residenza o il domicilio a casa della mamma, non credi?

Sottolineiamo anche un altro problema, ovvero quello che non tutti hanno una famiglia che li sostiene e li apprezza, c’è chi soffre di problemi psicologici, chi ha bisogno proprio di quell’affetto, chi vede nella propria relazione a distanza l’unico modo di fuga dal mondo. Non è, quindi, solo un fidanzatino. In particolare, poi, se si arriverà a far ripartire le regioni senza però aprire i confini, sfido chiunque a non indignarsi sentendosi altamente discriminato da questa scelta che non tiene in considerazione tutti i cittadini, che, ricordiamolo, devono godere tutti degli stessi diritti.

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Fonte: freepik

«Non essere egoista, c’è chi ha perso dei parenti» e questa è davvero la peggiore delle cose che noi, congiunti di serie B, che noi, con una relazione a distanza, ci sentiamo dire. E sapete perché? Perché, mentre quest’estate tutti stavano al mare a urlare non ce n’è coviddi, mentre tutti facevano assembramenti, mentre tutti se ne fregavano dei consigli del governo, noi stavamo in casa, usavamo la mascherina, mantenevamo le distanze proprio per non ritornare alla stessa situazione di marzo, in cui non abbiamo visto i nostri cari per più di tre mesi.

«C’è chi ha perso dei parenti» andrebbe detto ai negazionisti, a chi non indossa mascherine, a chi ritiene che il Covid-19 sia una semplice influenza, a chi ha fatto una canzone dove si buttano delle mascherine, a chi urla libertà senza rispettare delle semplicissime regole (distanza, mascherina), a chi si rifiutava di indossare la mascherina e si faceva i selfie come se nulla fosse. Ma noi, che letteralmente passiamo da casa nostra a quella del nostro compagno senza fare alcuna tappa nel mezzo, che colpa abbiamo?

Ci dicono di non essere egoisti quando abbiamo sempre rispettato qualsiasi regola e ordinanza, anche quando avremmo solo voluto salire sul treno, sull’aereo, sul bus, in auto, con mascherina e amuchina sempre in borsa, e raggiungere il nostro domicilio, le braccia del nostro partner. Ci dicono di non essere egoisti mentre persino gli amici si vedono, o si potranno vedere, mentre chiunque potrà stare con la propria famiglia, mentre noi, egocentrici boriosi che pensiamo solo a noi stessi, non potremo.

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Fonte: freepik

Con che coraggio parlate? Con che coraggio ci giudicate senza sapere minimamente cosa significhi avere una relazione a distanza ai tempi del Covid-19? Cosa significhi sentirsi criticati per qualsiasi nostro pensiero, per qualsiasi frase scriviamo sui social che riguardi i #congiuntifuoriregione? Pensateci, a Natale, mentre farete il cenone insieme ai vostri affetti, e forse noi non potremo (ricordiamolo: non abbiamo certezze, ma le voci in genere sono sempre state confermate). Pensate a noi e a quanto siamo discriminati solo perché dei chilometri, letteralmente dei numeri, ci separano dalle persone che amiamo.

Pensateci, e solo quando sentirete un peso sul cuore, gli occhi lucidi e la sensazione che manchi qualcosa, qualcuno, capirete cosa si prova ad avere una relazione a distanza nel 2020, con il Covid-19. Solo in quel momento, quando saprete cosa significa avere una persona nella propria vita ma non avere la possibilità di stare insieme, potrete giudicarci. Solo quando dovrete rubare l’ultimo bacio senza sapere quando sarà il prossimo, se a Natale o fra tre mesi, potrete chiamarci egoisti. 

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