La donna più rivoluzionaria d’America, chi era Ruth Bader Ginsburg

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Ruth Bader Ginsburg, anche chiamata Notorious RBG, è stata la seconda donna nella storia americana a divenire uno dei massimi organi giudiziari. È morta venerdì, a 87 anni, e ha chiesto che il suo sostituto (o sostituta) fosse scelto dal nuovo Presidente e non da Trump, che l’ha definita «un titano della Legge».

In Italia Ruth Bader Ginsburg non è molto conosciuta e amata come lo è in America, dove è un’icona femminista a cui molte attiviste di oggi si sono ispirate e si ispirano tutt’ora. Era uno dei quattro giudici progressisti su nove membri del massimo organo giudiziario degli Usa, ha lottato per tutta la vita contro le discriminazioni che lei stessa si è trovata contro.

La foto del suo volto si trova su magliette, tatuaggi e gadget di vario tipo, sebbene molti la conoscessero solo come meme di Instagram, Twitter, Tumblr e Tiktok, mentre altri l’hanno conosciuta come meme ma poi, informandosi, l’hanno saputa anche apprezzare come persona. D’altronde i meme sono anche un modo moderno per far conoscere ai più giovani i personaggi che meritano di essere conosciuti.

Per cui, oggi ripercorriamo insieme la sua vita, come ha reso la vita delle donne americane migliore e le frasi che l’hanno resa un’icona, una delle donne più rivoluzionarie d’America, a partire dal suo “Io dissento” divenuto quasi un proverbio.

Ruth Bader Ginsburg: vita

Nata a Brooklyn nel 1933 da genitori ebrei immigrati dalla Russia, Ruth Bader Ginsburg era una studentessa ottima e la madre, Celia, desiderava che divenisse un’insegnante di storia. Più che un’insegnante di storia, oggi possiamo dire che RBG ha scritto la storia dell’uguaglianza fra i sessi in America.

Ha frequentato la facoltà di diritto alla Cornell University e si è laureata nel 1954. Si è sposata, subito dopo la laurea, con Martin D. Ginsburg, «l’unico uomo a cui importasse che avesi un cervello», diceva Ruth del marito, che le è stato accanto per tutta la vita fino al 2010, quando è morto di cancro.

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Fonte: twitter

Nel 1955 ha avuto la sua prima figlia, Jane, e intanto a suo marito fu diagnosticato un cancro ai desticoli. In questo periodo Ruth Bader Ginsburg si occupava della figlia, frequentava il corso di laurea in giurisprudenza all’Harvard Law School ed era una delle 9 studentesse su 500 persone e prendeva appunti sia per lei che per il marito. Il fatto di essere una delle 9 donne su 500 uomini non è da sottovalutare, poiché da molti era vista come una che «aveva tolto il posto a un uomo». Ma questo non l’ha mai fermata dal laurearsi nel 1959.

Dal 1963 al 1972 fu docente di processo civile alla Rugers University, con uno stupendo molto inferiore a quello dei suoi colleghi uomini e questo poiché aveva un marito con un lavoro ben retribuito. Nel 1965 diede luce al suo secondo figlio. Dal 1972 al 1980 invece fu insegnante alla Columbia University e fu la prima donna con la cattedra e anche co-autrice di “Discriminazione sessuale”, un libro scolastico di legge che aveva come topic l’argomento descritto nel titolo.

Nel 1980 fu nominata giudice della Corte d’Appello degli Stati Uniti d’America nel distretto di Columbia dal Presidente Jimmy Carter, finché nel ’93 Bill Clinton non la nominò presso la Corte suprema, con 96 voti favorevoli e 3 contrari.

Per cosa bisogna ringraziare Ruth Bader Ginsburg

Le sue imprese, come se fosse una supereroina, sono state raccontate in più documentari, come il recente Una giusta causa, uscito nelle sale cinematografiche lo scorso anno e che ha come registe due donne: Julie Cohen e Betsy West. Questo film descrive al meglio la vita della donna, sempre calma e mai arrabbiata, poiché, come diceva sua madre, «la rabbia è una perdita di tempo».

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Fonte: twitter

Nel film si analizza la società di quei tempi, ricordando come negli anni ’60, quindi 60 anni fa, era normale che una donna fosse ritenuta inferiore a un uomo, una donna era un oggetto del proprio marito, non poteva prendere scelte di testa propria. Una donna, negli anni ’60, poteva essere licenziata se restava incinta. Non poteva avere un conto bancario se non con la firma del proprio marito. Se un marito stuprava la moglie, non era un crimine perseguibile.

E, nonostante tutte queste discriminazioni, la popolazione maschile e anche i giudici, erano ostinati nell’affermare che, no, le donne non erano discriminate, che la discriminazione sessuale non esistesse. E Ruth Bader Ginsburg questo non lo accettava, quindi lottò a lungo affinché si accettasse che la discriminazione sessuale fosse un serio problema, in modo da eliminarlo. Per cui, le donne americane di oggi, devono ringraziarla a lungo se possono considerarsi libere oggi.

Le donne di oggi devono ringraziarla per la propria emancipazione, per aver creato, nel 1972, la Women’s rights project, che mira a difendere i diritti delle donne. Ruth Bader Ginsburg ha insegnato alle donne di oggi di non accettare una situazione che non ci piace, ma di lottare per i propri diritti e per i propri sogni, anche se ci si trova tutti contro, anche se si è una minoranza.

Le sue frasi più celebri

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Oggi internet vuole ricordare le sue frasi più celebri, quelle che rimangono impresse nella mente e devono contribuire a renderci delle persone migliori, di cui noi stessi dobbiamo essere fieri.

  1. «[Voglio essere ricordats come] qualcuno che ha usato tutto il talento che aveva per fare il suo lavoro al meglio delle sue capacità. E per aiutare a riparare le lacrime nella sua società, per rendere le cose un po’ migliori attraverso l’uso di qualsiasi abilità che ha.»
  2. «Le donne avranno raggiunto la vera uguaglianza quando gli uomini condivideranno con loro la responsabilità di allevare la prossima generazione.»
  3. «Combatti per le cose che ti interessano, ma fallo in un modo che induca gli altri a unirsi a te.»
  4. «Quando a volte mi viene chiesto quando ci saranno abbastanza donne alla Corte Suprema, e dico: “Quando saranno nove”, le persone restano scioccate. Ma c’erano nove uomini e nessuno ha mai sollevato una domanda al riguardo.»
  5. «Le donne appartengono a tutti i luoghi in cui vengono prese le decisioni. Non dovrebbero essere delle eccezioni.»
  6. «Mia madre mi ha detto di essere una signora. E per lei, questo significava essere se stesse, essere indipendenti.»
  7. «Io… cerco di insegnare attraverso le mie opinioni, attraverso i miei discorsi, quanto sia sbagliato giudicare le persone sulla base del loro aspetto, del colore della loro pelle, che siano uomini o donne.»

Ruth Bader Ginsburg è morta, ma le sue idee continueranno a risuonare nella mente di tutte le donne che si sono ispirate, che si ispirano e che si ispireranno alla sua forza.

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