The Crown: tra fantasia e realtà

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La quarta stagione di The Crown è uscita tre giorni fa ma è sulla bocca di tutti, non solo in Inghilterra. La serie ha reso umani i componenti della famiglia reale, ci ha fatto conoscere e vivere con la Regina il suo percorso da sovrana, e lo farà ancora per altre due stagioni, tuttavia sorge spontaneo porsi delle domande: Carlo e Diana si sono conosciuti davvero così? Il loro rapporto, di cui si parla molto nella stagione, era davvero così turbolento? Cosa si sono detti davvero la Regina e l’uomo che si è introdotto nella sua stanza? E ancora altre domande.

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La serie è stata molto apprezzata all’estero, anche in Italia sui social si leggono solo parole buone nei confronti di The Crown e soprattutto di Lady Diana, ma non di Carlo e, ancor di più, della famiglia reale che ha costretto i due in un matrimonio senza amore e che noi sappiamo benissimo a cosa ha portato. Tuttavia, tutti sanno che la storia è abbastanza romanzata e che sono state escluse diverse cosa.

The Crown, però, non è proprio piaciuta ai giornalisti inglesi, che hanno riferito, tramite fonti della famiglia reale, che la serie di Netflix ha sfruttato molto la licenza poetica e ha romanzato troppo i drammi della royal family, approfittando dell’amore che, ancora oggi, il personaggio di Lady Diana riceve a discapito di Carlo e Camilla, che, oggi come a quei tempi, sono quasi secondari nei confronti della Principessa triste.

The Sun, Daily Mail, Times, testate molto care alla famiglia reale, hanno consultato sia gli specialisti della famiglia reale, chi ha seguito e scritto le loro vicende, per comprendere cosa davvero sia successo nella realtà e cosa The Crown ha romanzato, ma non solo loro, anche giornali lontani dalla corona come il Guardian, che scrive un editoriale intitolato «La storia fake di The Crown è corrosiva quando le fake news». Vogue, invece, intervista la responsabile dei contenuti Annie Sulzberger e la produttrice Oona O’Beirn, per capire cosa sia vero e cosa sia falso.

The Crown: tra realtà e finzione

In questo articolo analizzeremo le varie opinioni dei diversi giornali, da quelli colmi di odiodisprezzo verso la serie, che l’accusano di dar voce a fake news e ipotesi sfruttando la licenza poetica, a quelli che, in modo più calmo, spiegano cosa ci sia di vero e cosa ci sia di falso nella quarta stagione di The Crown, con protagoniste tre potenti donne, la Regina Elisabetta, protagonista indiscussa, Margaret Thatcher e Lady Diana.

Le dichiarazioni dei produttori

La testata online di Vogue ha intervistato la responsabile dei contenuti e la produttrice di The Crown, in modo da comprendere cosa ne pensino sia delle critiche che sta ricevendo la quarta stagione della serie, che di cosa realmente c’è di vero e cosa invece è romanzato nell’ultima stagione uscita solo tre giorni fa sulla piattaforma di streaming online di Netflix.

«Più ci si avvicina al presente più diventa difficile, perché la gente è convinta di conoscere molto bene questo periodo e ha opinioni molto salde in proposito. Potrà anche non esserci una verità assoluta, ma il nostro compito è quello di avvicinarci quanto più possibile e capire le persone coinvolte.»

Oona O’Beirn

I produttori di The Crown, come anche i fan, sono quindi consapevoli che ci sono degli errori, persino delle modifiche sulla timeline, poiché, come afferma Sulzberger, «le deviazioni rispetto ai fatti accaduti sono scelte consapevoli e il modo in cui concepiamo quelle scene è frutto di approfondite ricerche». Riguardo poi alle domande di Vogue sugli eventi che sono stati riportati, rispondono in questo modo:

Il modo in cui Carlo e Diana si sono conosciuti, è veritiero?

«Il costume è stato un’invenzione di Peter Morgan, ma proviene dalle nostre ricerche sul fatto che Diana da adolescente amava ballare e recitare. Sappiamo che lei e Carlo si sono conosciuti quando lei aveva 16 anni, nel periodo in cui lui stava con Sarah Spencer, la sorella maggiore di Diana. È stato ad Althorp House, la residenza della famiglia Spencer.

Poi il secondo incontro, che noi abbiamo collocato al Badminton Horse Trials ma che in realtà è avvenuto nella tenuta di campagna di Philip de Pass, amico di Diana – lo raccontò la principessa stessa in Lady D: le verità nascoste. Disse che si erano seduti su una balla di fieno e che lei gli aveva parlato del funerale di Lord Mountbatten, lo zio del padre di Charles e di quanto fosse dispiaciuta per lui.»

Il rapporto tra la Regina e Margaret Thatcher era così teso come in The Crown?

«Sappiamo alcune cose delle visite della Thatcher a Balmoral, il castello della regina in Scozia, e sappiamo anche che, di tutti i primi ministri che ci sono stati, lei arrivava e se ne andava molto in fretta. Amava il suo lavoro e quel tipo di vacanza non le si addiceva. Abbiamo sentito dire che era costretta a fare giochi di società».

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Diana ha davvero pattinato in giro per Buckingham Palace?

«Oh sì, è vero! Dalle nostre ricerche è emerso che girava anche in bicicletta nel palazzo la sera prima di sposarsi, ma non siamo riusciti a inserirlo. Era difficile farlo per via dei tappeti. Immagino che lei si sia limitata a circolare in aree meno interessanti del palazzo, ma noi abbiamo preferito filmarla sui pattini nelle parti del palazzo che avevamo già visto. Questo ci ricorda subito che Diana aveva appena 19 anni a quel tempo.»

Cosa si sono davvero detti Michael Fagan e la Regina?

«Michael Fagan ha cambiato la sua versione dei fatti molte volte. Abbiamo trovato delle interviste in cui diceva che voleva che la regina capisse le conseguenze delle politiche della Thatcher sulla gente comune. Diceva di aver chiesto aiuto al governo ma di non averlo ricevuto. Tuttavia la versione che fornì alla polizia quando fu arrestato fu che era troppo nervoso per dire qualcosa e che era rimasto lì impalato finché non lo avevano portato via».

Diana si è davvero esibita in Uptown Girl e poi ne Il Fantasma dell’Opera?

«Per quanto riguarda Uptown Girl, il fatto è ovviamente accaduto e quasi tutte le fonti riferiscono che Carlo era irritato dal comportamento di Diana, che riteneva indecoroso per un membro della famiglia reale. Quanto a Il fantasma dell’Opera, mi pare che lei l’avesse visto in teatro molte volte e che ascoltasse le canzoni in macchina. Anche questo è successo davvero, ma la parte in cui canta è interessante.

Diana era andata al West End, aveva avuto il set per sé e sappiamo che c’era anche Andrew Lloyd Webber, ma nessuno sapeva esattamente cos’aveva fatto perché nessuno ha visto quel video. Non sappiamo se aveva ballato, mimato o cantato la canzone. Abbiamo pensato ‘A noi cosa farebbe più effetto?’ Emma Corrin ha una bella voce quando canta quindi non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione. Avevamo margine d’azione per inventarci qualcosa».

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Cosa ne pensano le riviste inglesi di The Crown

E ora, dopo esserci relativamente fatti un’idea su The Crown, analizziamo invece quello che pensano le riviste inglesi tramite le loro fonti, tra cui vi è anche il maggiordomo di Lady Diana, Paul Burrell, che ritiene che The Crown «ricostruisce in maniera molto fedele quanto accaduto». Dal Daily Mail, al Sunday Express, al Times e persino al Guardian, ecco cosa ne pensano alcune delle testate più importanti dell’Inghilterra.

Il Daily Mail scrive in un articolo anche sulle scorse stagioni di The Crown, come l’episodio della seconda stagione in cui si allude a una relazione extraconiugale di Filippo e in quello della terza in cui ignorava la madre durante una visita a Buckingham Palace nel 1967. Secondo la testa questi episodi non sono mai avvenuti. Riguardo l’ultima stagione, invece, afferma:

«La nuova stagione dipinge il Principe e la Duchessa in maniera davvero poco lusinghiera. Almeno all’inizio di reality show come The Only Way Is Essex ammettono che alcune scene sono state inventate per intrattenere. Invece qui non c’è nessuna intenzione di raccontare la storia con delle sfumature, è tutto molto bidimensionale. È trollare utilizzando un budget Hollywoodiano.

Il pubblico non dovrebbe essere illuso del fatto che si tratta di una ricostruzione veritiera di ciò che è realmente accaduto. […] Si tratta di eventi recenti, non della storia di 100 o 50 anni fa. Il dolore è ancora vivo, e non è passato abbastanza tempo. La fiction è più attraente dei fatti, e drammatizzare quegli eventi dolorosi mostra una mancanza di sensibilità.»

Descrive anche come «né giusto né gentile» parlare di fatti relativamente recenti «senza neanche pensare ai sentimenti delle persone coinvolte», in particolare perché i fatti che vengono riportati in The Crown non sono fedeli a ciò che è realmente accaduto. Ancora, scrivono riguardo all’attenzione a molti dettagli che potrebbero portare gli spettatori a pensare che ciò che vedono è davvero accaduto:

«Per esempio, tutti i giocattoli nella cameretta di William risalgono ai primi anni ottanta. Per ricreare l’abito da sposa di Diana, i costumisti sono andati a Parigi per comprare i bottoni nello stesso negozio utilizzato dagli stilisti della Regina, scegliendoli in una collezione di oltre trentamila. Le marche del cibo nella cucina di Margaret Thatcher sono state scelte con incredibile cura.

Quindi quando Camilla viene ritratta come egoista, calcolatrice e maligna, Carlo come egoista, insensibile e debole, quando viene mostrato come la loro relazione abbia distrutto l’innocente Diana, gli spettatori sono incoraggiati a credere che sia tutto vero. Ma si tratta di persone vere, con vite complesse, che invece sono state ridotte a stereotipi per titillare gli spettatori paganti. Non ci stupisce che i Reali siano indignati.»

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Sally Beddell, biografa ufficiale della Famiglia Reale, scrive sul Daily Mail che, mentre nelle prime stagione The Crown quasi sembra una serie storica, nella quarta si utilizza molto la licenza poetica, creando una «Famiglia Reale degna di Downton Abbey». Il Times, invece, con l’aiuto dello storico Hugo Vickers, elenca otto “complete invenzioni” che si possono guardare nella quarta stagione di The Crown:

  1. «Lord Mountbatten che scrive una lettera a Carlo il giorno prima della sua tragica morte
  2. La Famiglia Reale che organizza delle “prove di etichetta” per umiliare Margaret Thatcher in visita a Balmoral
  3. La principessa Margaret che ridicolizza Diana per la sua scarsa conoscenza dell’etichetta di corte
  4. Il fatto che Carlo chiamasse Camilla ogni giorno nei primi anni di matrimonio
  5. I capricci di Diana durante una visita in Australia, e il fatto che abbia forzato un cambio di programma
  6. La visita della principessa Margaret a due cugine della Regina messe in manicomio per evitare di mettere in imbarazzo la monarchia
  7. Il fatto che sia stata la Regina a far trapelare il suo giudizio nei confronti della Thatcher
  8. Gli abiti errati della Regina durante la sfilata della bandiera».

Della Stessa idea è anche Tom Quinn, che nel Sunday Express, parla della famiglia reale e del personaggio di Lady Diana in The Crown come «pur nosense». Il parlamentare conservatore Daniel Kawczynski aggiunge di essere molto deluso da Netflix che sfrutta i drammi della famiglia reale, esponendoli senza alcuna sensibilità. Si domanda anche se diverse persone, ferite da questa rappresentazione, cancelleranno l’abbonamento alla piattaforma.

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Infine, l’ultimo a esprimersi è il Guardian, con un editoriale che, come avevano scritto all’inizio, è intitolato «La storia fake di The Crown è corrosiva quanto le fake news» e in cui si parla della licenza poetica che è stata sfruttata per parlare di persone realmente esistite e che esistono tutt’ora e che, quindi, potrebbero benissimo rimanere ferite dalla loro rappresentazione:

«Quando milioni di spettatori vedono Diana e la Thatcher umiliate dalla Famiglia Reale a Balmoral, non dovremmo affidarci a qualcuno come Vickers per reoplicare che si tratta di una totale falsità. Questa correzione infatti verrà ignorata da milioni di spettatori.

Negli anni sono state fatte leggi sulla privacy e sulla diffamazione per proteggere gli individui dall’intrusione nella loro vita personale. La maggior parte delle persone sostengono queste leggi, e sempre più persone le utilizzano. The Crown si è preso la libertà di affidarsi alla ben nota ritrosia della Corona a coinvolgere i tribunali. È una licenza artistica da veri codardi oltre che rischiosa. La storia finta è come le fake news.

[…] Una volta che sarà arrivata l’era della regolamentazione dei social media, qualcuno inizierà a costruire strutture che monitorino e medino l’accesso agli schermi globali. Non parliamo dell’equivalente della censura, ma serve una regolamentazione. Basta una piccola icona in alto a destra dello schermo: F per Finzione».

Voi cosa ne pensate? C’è troppa finzione in The Crown o la rappresentazione è, sì, romanzata, ma solo per far comprendere meglio alle persone la situazione?

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